La Decollazione di san Giovanni Battista nel Rito Romano Antico

Beato l'uomo che sopporta la tentazione, poiché quando sarà stato provato, riceverà la corona della vita, che Dio ha promesso a coloro che lo amano. [Capitolo della Festa, Giacomo 1:12]

La Chiesa Ortodossa il giorno 29 agosto / 11 settembre commemora la morte di Giovanni, Battiata e Precursore del Signore, chiudendo la stagione estiva. La Decollazione di san Giovanni Battista è una delle feste più antiche e universali che esistano, attestata nei sermoni di alcuni Padri della Chiesa già all'inizio del V secolo; è celebrata nello stesso giorno nei riti romano, ambrosiano, mozarabico, gallicano e bizantino. Tuttavia, anche se la devozione della Chiesa ai santi nell'antichità era molto incentrata sui martiri, il giorno che commemora il martirio di Giovanni è sempre stato meno celebrato di quello della sua nascita; così troviamo tra le opere di sant'Agostino quindici sermoni per la festa della sua Natività, ma solo due per la sua Decollazione. Anche la Natività aveva una veglia fin da tempi molto antichi e, un po' più tardi, le fu data un'ottava, mentre la Decollazione non ha né l'una né l'altra. Durando spiega che questo perché alla nascita di Giovanni "molti si rallegrarono", come disse l'angelo, ma alla sua morte non andò direttamente in cielo, che non era ancora stato aperto dalla morte e dalla risurrezione di Cristo.


Decollazione di san Giovanni Battista, Battistero di Firenze (XIII secolo), mosaico che rappresenta l'evento festeggiato oggi.

Considerata una festa, anche se non solennità, la Decollazione del Precursore del Signore è una festa con 9 lezioni al Notturno.  Nel rito romano, la festa della Natività ha una Messa e un Ufficio completamente propri, mentre per la Decapitazione, gli inni sono condivisi con altri martiri. Il vespro si presenta con i salmi propri e come antifone dei salmi, la narrazione riassuntiva dell'evento: Erode ed Erodiade, il piatto d'argento, la decapitazione. Con precisione struggente, i cantori ci presentano fra i salmi, i canti di lode, la triste vicenda di Giovanni il Precursore, colui che morì per la verità, verità che aveva amato in tutta la sua esistenza. Così come aveva amato il Cristo, la Verità incarnata, la Via, la Verità e la Vita, così il beatissimo Giovanni detestava la menzogna e la mancanza di rispetto delle divine leggi. Non ebbe paura di mettersi contro il potente governatore Erode, che conviveva nel peccato colla moglie del fratello, la quale manipolò sua figlia Erodiade nel domandare la testa del Battista, colui che osava mettere alla berlina quella relazione adultera. 

L'inno vespertino è Deus tuórum mílitu Sors, et córona, prǽmium, di un anonimo, usato anche per le commemorazioni dei martiri. La Chiesa occidentale riconosce in Giovanni Battista non solo l'ultimo dei profeti e il primo dei cristiani, ma anche il protomartire per eccellenza, colui che è morto per la rettitudine e la giustizia, anticipando con la sua morte il sacrificio di Cristo per la giustificazione dell'intera umanità, così come nacque prima del Signore, così lo precedette nella morte martirica per attenderlo nell'Ade, ove sarebbe poi sceso il Cristo per liberare lui e tutti i giusti. 

Il nostro amato Rito Romano non ha la pretesa di abbellire questo evento tragico, la morte di un giusto per mano di una famiglia malata. Così cantiamo difatti al Magnificat e al Benedictus

L'empio re mandò delle guardie detestabili con l'ordine di decapitare Giovanni Battista.  Il che risaputosi, i discepoli di lui andarono a prenderne il corpo, e lo deposero in una tomba.

Non c'è spazio per la pomposità in questa celebrazione. Il tono è penitenziale, quasi funerario. Accompagnamo la memoria del Giusto Giovanni con il doglio di coloro che lo hanno amato, nel riflesso dell'amore che il Maestro nutriva per lui. In alcuni usi medievali, rimasti per esempio fra i Premostratensi, la secca antifona romana è abbandonata in favore di una molto complessa, che è un paragrafo di un sermone sulla Decollazione di san Pietro Crisologo, arcivescovo di Ravenna (+450).

Giovanni, la scuola delle virtù, il maestro di vita, la forma della santità, la norma della giustizia, lo specchio della verginità, la gloria del pudore, il modello della castità, la via dei penitenti, il perdono dei peccatori, la disciplina della Fede; Giovanni più grande dell'uomo, uguale agli Angeli, la pianta più grande della legge del Vangelo, la voce degli Apostoli, il silenzio dei Profeti, la luce del mondo, il Precursore del Giudice, che mostra Cristo, il testimone del Signore, che sta in mezzo a tutta la Trinità; quest'uomo così grande è consegnato all'impudico, è consegnato all'adultera, è consegnato alla danzatrice.

L'uso di questo panegirico come poesia liturgica indubbiamente arricchisce l'elemento laudativo ed è un meraviglioso modo di pagare i nostri rispetti al Battista. 

L'antifona che precede le collette finali delle Ore Maggiori, ovvero Vespro e Lodi, è attestata già nel Sacramentario Gelasiano del IV secolo, ed è la seguente, e prende il posto della celebre Da Pacem Domine

Difendici, o Signore, per la perpetua protezione di San Giovanni Battista; e quanto più siamo fragili, tanto più ci sostieni con le preghiere di cui abbiamo bisogno, o Precursore dell'Agnello.

 Oggi commemoriamo dunque il protomartire del Cristianesimo, il grande amico e parente del Signore, Giovanni, il più grande fra i nati da donna, il Battista.  

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