Officio Divino del Notturno

 OFFICIO DIVINO DEL NOTTURNO
detto anche Mattutino


All’ora convenuta della notte, i fratelli vengono svegliati dall’annuncio. Mentre il campanaro corre a suonare le campane, il preposto intona tre volte, con gravità crescente:

Alzatevi, fratelli! Viene l’ora della lode divina, della glorificazione del Signore!

I fratelli hanno qualche minuto per lavarsi il viso e le mani, espletare i loro bisogni corporali e vestirsi, dopodiché escono dalle loro celle e in processione silente si recano presso la chiesa. Ritrovatisi tutti nella navata, si inchinano all’abate e prendono la sua benedizione, dopodiché attendono dinnanzi al pluteo principale, indossando la cappa e tenendo in mano una candela accesa dal candeliere principale.

L’Abate, se lo desidera, si veste dei sacri paramenti in sagrestia assieme al diacono e al suddiacono, altrimenti rimane in trono, indossando la mantella e il pastorale, e benedice il sacerdote ebdomadario per la liturgia notturna, il quale indosserà la cotta, la stola e la cappa.

In sagrestia, il sacerdote benedice l’accolito ebdomadario e poi si veste indossando la cotta, la stola e la cappa o il piviale, quando è festa, dicendo le preghiere opportune di vestizione. Al termine, dopo essersi purificato con l’acqua santa, recita la preghiera di sant’Agostino:

Signore Dio dei nostri Padri, permettici ogni giorno di crescere nella virtù. In questa notte proteggici dai fantasmi e dai nemici invisibili, mostra la tua Luce sfolgorante e annienta le tenebre del peccato, sii mia guida in questa e in ogni notte. Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.

Dopodiché in processione silente, il celebrante, affiancato dal diacono e dal suddiacono in piviale, se vi sono, arriva fin davanti al pluteo, si inchina, e poi dice: O Dio vieni a salvarmi. E i ministranti rispondono: Signore vieni presto in mio aiuto.


Principio


Inchinandosi tutti, ciascuno dice per sé: O Dio non abbandonarmi, Signore vieni presto in mio aiuto. Dallo stallo del trono, l’abate dice: O Signore, apri tu le nostre labbra. E tutti rispondono: e la nostra bocca proclami la tua lode. Di nuovo, l’abate: Gloria al Padre, al Figlio + e allo Spirito Santo. E il coro: com’era in principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. L’abate esclama: Lodate il Signore. Il coro: sia lodato sempre il Nome del Signore. Dopodiché l’abate o il sacerdote ebdomadario si recano nel mezzo del presbiterio affiancati da due cerofori, e si prostrano, dopo aver cantato l’incipit dell’Invitatorio: Venite, adoriamo il Signore Dio nostro. In tempo di Pasqua fino all’Ascensione, non ci si prostra, ma si fa solo un inchino profondo. E così anche nella notte fra il sabato e la domenica, quando i santi Padri hanno comandato di non prostrarsi.


Invitatorio


Il sacerdote, il protocantore e il coro si alternano nella recita dell’invitatorio. Ogni volta che si ripete il versicolo della prostrazione: venite, adoriamo il Signore Dio nostro, tutta la congregazione fa una prostrazione. Al termine dell’Invitatorio, quando si legge il salmo 3, i monaci prendono posto nel coro.


Primi salmi


Il Lettore prende la benedizione dall’abate dal trono, poi sale al pulpito per leggere i salmi 3 e 94. Gli altri monaci possono sedersi.


L. Salmo 3 Signore, quanti sono i miei oppressori! Molti contro di me insorgono. Molti di me vanno dicendo: «Neppure Dio lo salva!». Ma tu, Signore, sei mia difesa, tu sei mia gloria e sollevi il mio capo. Al Signore innalzo la mia voce e mi risponde dal suo monte santo. Io mi corico e mi addormento, mi sveglio perché il Signore mi sostiene. Non temo la moltitudine di genti che contro di me si accampano. Sorgi, Signore, salvami, Dio mio. Hai colpito sulla guancia i miei nemici, hai spezzato i denti ai peccatori. Del Signore è la salvezza: sul tuo popolo la tua benedizione.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli, amen.


Salmo 94 Dio che fai giustizia, o Signore, Dio che fai giustizia: mostrati! Alzati, giudice della terra, rendi la ricompensa ai superbi. Fino a quando gli empi, Signore, fino a quando gli empi trionferanno? Sparleranno, diranno insolenze, si vanteranno tutti i malfattori? Signore, calpestano il tuo popolo, opprimono la tua eredità. Uccidono la vedova e il forestiero, danno la morte agli orfani. Dicono: "Il Signore non vede, il Dio di Giacobbe non se ne cura". Comprendete, insensati tra il popolo, stolti, quando diventerete saggi? Chi ha formato l'orecchio, forse non sente? Chi ha plasmato l'occhio, forse non guarda? Chi regge i popoli forse non castiga, lui che insegna all'uomo il sapere? Il Signore conosce i pensieri dell'uomo: non sono che un soffio. Beato l'uomo che tu istruisci, Signore, e che ammaestri nella tua legge, per dargli riposo nei giorni di sventura, finché all'empio sia scavata la fossa. Perché il Signore non respinge il suo popolo, la sua eredità non la può abbandonare, ma il giudizio si volgerà a giustizia, la seguiranno tutti i retti di cuore. Chi sorgerà per me contro i malvagi? Chi starà con me contro i malfattori? Se il Signore non fosse il mio aiuto, in breve io abiterei nel regno del silenzio. Quando dicevo: "Il mio piede vacilla", la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto. Quand'ero oppresso dall'angoscia, il tuo conforto mi ha consolato. Può essere tuo alleato un tribunale iniquo, che fa angherie contro la legge? Si avventano contro la vita del giusto, e condannano il sangue innocente. Ma il Signore è la mia difesa, roccia del mio rifugio è il mio Dio; egli ritorcerà contro di essi la loro malizia, per la loro perfidia li farà perire, li farà perire il Signore, nostro Dio.


Ma il Signore è la mia difesa, roccia del mio rifugio è il mio Dio.


Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli, amen.


Il Signore è la mia difesa, roccia del mio rifugio è il mio Dio. I monaci si alzano in piedi.


Salmodia


Il lettore ebdomadario procede con il salterio del giorno secondo la regola del venerabile padre Benedetto. Il sacerdote mentre ascoltiamo la salmodia, può recitare alcune preci in silenzio per l’intercessione dei benefattori del monastero e di coloro che hanno chiesto preghiere.


Signore Dio, Trinità indivisibile e perenne, a Te mi rivolgo in queste ore di buio, nelle quali ci hai concesso d'alzarti e di unirci a cantare ad una sola voce inni al tuo santissimo Nome, lodando la tua potestà su tutte le creature. Sì, Signore, mio Dio, a Te oso rivolgermi anche in quest'ora: la mia bocca non si stanca di celebrare il tuo Nome buono. Liberaci dal terrore dei fantasmi e dagli attacchi dei nostri avversari. Tu puoi, Signore Dio, perché sei nato nella carne e conosci la fragilità della nostra natura, e la forza dell'avversario: non abbandonarci, ma proteggici e guidaci al porto del tuo riposo: perché tu sei Onnipotente e a te ogni onore è dovuto, Padre, Figlio e Spirito Santo, unico Dio, ora e sempre nei secoli dei secoli.


Misericordioso Salvatore nostro, Gesù Cristo, Figlio unigenito del Padre senza principio, mi appello alla tua divina potenza e alla tua benevolenza verso il genere umano: per il Sangue che hai sparso sulla Croce, portandoci la Salvezza e la Redenzione, abbi misericordia e pietà dei tuoi servi (dice i nomi di quanti hanno chiesto d'essere ricordati), condona loro ogni colpa, rimetti le loro trasgressioni volontarie e involontarie, concedi loro quanto necessitano nel corpo e nello spirito, accetta le loro richieste e dona loro quanto osano domandarti: perché sei un Dio buono e misericordioso, e col Padre tuo e lo Spirito Santo vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.



DOMENICA

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MARTEDÌ

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104/1

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L’antifona ad ogni salmo è la seguente: O Dio, giudica il tuo popolo, e difendi coloro che credono in te. Le feste e i Tempi forti hanno una antifona propria. Al termine dei salmi: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli, amen. E poi di nuovo l’antifona.


Giaculatoria


In alcuni monasteri, è d’uso che l’abate dica la Giaculatoria dal suo trono.

A. Kyrie + eleison. Ci si alza in piedi.


E tutti, ad ogni invocazione: Kyrie eleison.


A. Abbi pietà di noi, O Dio, + Tu che sei il solo benedetto.


Dei peccatori, dei penitenti, dei catecumeni abbi pietà.


Dei viaggiatori nella notte, degli infermi, dei carcerati e di questa città abbi pietà.


Del clero e del popolo cristiano abbi misericordia.


Dei fedeli, dei donatori, benefattori e di coloro che servono e aiutano questa santa chiesa, abbi pietà.


Dei bambini, dei fanciulli, dei giovani, delle vedove, degli orfani, dei poveri abbi pietà.


Dei monaci (monache) che vivono in questo santo monastero, abbi pietà.


Di tutto il mondo abbi misericordia, o Dio.


Tutti: Kyrie + eleison.


Primo Responsorio


A questo punto il coro canta il responsorio. Il sacerdote riceve dal suddiacono il turibolo fumante, e incensa l’altare, le icone, i cori e l’abate mentre i monaci cantano con solennità il responsorio. Dopodiché, lascia il turibolo in mano al suddiacono, che lo darà al diacono, il quale incenserà tutta la navata preceduto da un ceroforo che gli illusterà la via. Il responsorio si canta sempre in accordo al giorno del Tempo.


Lezioni


L’Abate benedica tre monaci diversi, uno per ogni lezione, i quali saliranno al loro turno al pulpito per la lettura. Alle volte, specialmente per le feste, și preferisce una lettura sola în luogo di tre letture diverse. In tal caso, la benedizione avviene dicendo le tre invocazioni della Trinità tutte insieme.


Alla prima Lettura:

L. Benedici, Padre.

A. Il Padre Eterno + ti benedica e ci preservi tutti.


L. Amen. E poi legge.


Al Vangelo, il Diacono:

D. Benedici, Padre.

A. Il Figlio di Dio + ti salvi e ci redima tutti.

D. Amen. E poi legge.


Alla Terza Lettura.

L. Benedici, padre.

A. Lo Spirito Paraclito + ti santifichi e ci illumini tutti.

L. Amen. E poi legge.


Dopo la Terza Lettura:

S. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

R. Com'era in principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.


Seconda salmodia


Si leggano altri sei salmi. Alla fine di ogni salmo, segua il triplice Alleluia. Se è Quaresima, și dica: Signore abbi pietà di noi. Questa volta non ci si siede per l'ascolto, ma si sta in piedi fino alla conclusione del servizio. Il sacerdote mentre ascoltiamo la salmodia, può recitare alcune preci in silenzio per i defunti.

Dio delle anime e di ogni carne, oso domandare a nome del tuo popolo che i tuoi servi, addormentatisi aspettando la tua seconda venuta, (nomi di quanti è stato chiesto di commemorare) godano della Luce perpetua del tuo volto. Falli partecipi del banchetto per coloro che hai ammesso al rango dei tuoi amici, e liberali dalle regioni tenebrose che spettano a quanti soffriranno il castigo degli ingiusti: salva, o Dio, i tuoi servi, perché non c'è nessuno che viva senza peccare, se non Tu, Signore, Dio degli Angeli e dei Giusti, Signore delle Epoche e Creatore del Cosmo intero. Infatti, chi può dire di non avere colpe? Per i meriti della Passione del Figlio tuo Gesù Cristo, nostro Salvatore, io ti supplico, o Padre Celeste, accogli le anime dei tuoi servi e ponili in un luogo di riposo, dove non v'è dolore né tristezza, e possano lodarTi come ti si addice, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.


DOMENICA

LUNEDÌ

MARTEDÌ

MERCOLEDÌ

GIOVE

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SABATO

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Antifona: Alzati, o Dio, e preserva i tuoi servi dagli orrori della notte. Le feste e i Tempi forti hanno una antifona propria. Al termine dei salmi: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli, amen. E poi di nuovo l’antifona.


Conclusione del Notturno feriale


A questo punto, il primo celebrante intona:

S. Kyrie eleison. Il coro canta con melodia semplice e veloce il Kyrie, al cui termine l’abate o il sacerdote dice:

S. La mia mente corre a te, o Signore.

R. Nella notte in te gioisce il mio animo.

S. Ascolta, Signore, la mia supplica.

R. Alle tue orecchie giunga il mio grido.

S. Padre nostro. E tutti dicono il Pater. Dopo il Padre Nostro, il sacerdote si avvicina all’altare indossando il piviale e dopo un inchino bacia la sacra mensa e dice l’orazione:

S. Preghiamo. O Dio Onnipotente ed Eterno, amante della concordia e Signore di tutta la Creazione, ricevi da noi tuoi servi la lode, e mandaci in contraccambio i tuoi doni celesti. Per Cristo, nostro Signore.

R. Amen. Il sacerdote și volta verso îl popolo presente e dà la benedizione.

S. Il nostro Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo + vi benedica e vi protegga, ora e sempre.

R. Amen.

S. Andiamo in pace.

R. Nel nome di Cristo.


Se invece stiamo celebrando un Notturno festivo di nove o dodici lezioni, dopo l’orazione, îl sacerdote torna al suo stallo senza dare la benedizione finale, e îl coro intona îl secondo Responsorio.


Secondo Responsorio


Questo responsorio è sempre un inno con il tema della festa o della domenica. Anche in questo momento il sacerdote, indossando îl piviale, incensa nuovamente l’altare, i cori e l’abate, dopodiché il diacono continua come al primo responsorio.


Seconde Lezioni


L’Abate benedica tre monaci diversi, uno per ogni lezione, i quali saliranno al loro turno al pulpito per la lettura. Alle volte, specialmente per le feste, și preferisce una lettura sola în luogo di tre letture diverse. In tal caso, la benedizione avviene dicendo le tre invocazioni della Trinità tutte insieme.


Alla prima Lettura:

L. Benedici, Padre.

A. Il Padre Eterno + ti benedica e ci preservi tutti.


L. Amen. E poi legge.


Al Vangelo, il Diacono:

D. Benedici, Padre.

A. Il Figlio di Dio + ti salvi e ci redima tutti.

D. Amen. E poi legge.


Alla Terza Lettura.

L. Benedici, padre.

A. Lo Spirito Paraclito + ti santifichi e ci illumini tutti.

L. Amen. E poi legge.


Dopo la Terza Lettura:

S. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

R. Com'era in principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.


Terzo Responsorio


Questo responsorio è un inno con il tema della festa o dedicato al santo della chiesa, o al Tempo. Anche in questo momento il sacerdote, indossando îl piviale, incensa nuovamente l’altare, i cori e l’abate, dopodiché il diacono continua come al primo responsorio.


Terze Lezioni


L’Abate benedica tre monaci diversi, uno per ogni lezione, i quali saliranno al loro turno al pulpito per la lettura. Alle volte, specialmente per le feste, și preferisce una lettura sola în luogo di tre letture diverse. In tal caso, la benedizione avviene dicendo le tre invocazioni della Trinità tutte insieme.


Alla prima Lettura:

L. Benedici, Padre.

A. Il Padre Eterno + ti benedica e ci preservi tutti.


L. Amen. E poi legge.


Al Vangelo, il Diacono:

D. Benedici, Padre.

A. Il Figlio di Dio + ti salvi e ci redima tutti.

D. Amen. E poi legge.


Alla Terza Lettura.

L. Benedici, padre.

A. Lo Spirito Paraclito + ti santifichi e ci illumini tutti.

L. Amen. E poi legge.


Dopo la Terza Lettura:

S. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

R. Com'era in principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.


Capitolo


A questo punto, di domenica, il sacerdote recita il Capitolo dal centro del presbiterio, rivolto all’altare. Il coro risponde, al termine: rendiamo grazie a Dio.


Per le solennità, si canta adesso il quarto responsorio e il quarto ciclo di letture, così come nelle modalità precedenti.


A questo punto, il celebrante intona il versetto di prostrazione, e dopo la prostrazione, il Te Deum Laudamus.

Prostrazione


Il sacerdote, nel centro del presbiterio, intona il versetto secondo il Tempo liturgico.


Ordinario: Alza gli occhi, Gerusalemme, il Signore viene a liberarti.


Domenicale: Gloria a Te, Redentore, Luce senza tramonto.


Pasquale: Ogni onore e gloria a Te, Signore Gesù Cristo, Risorto dai morti. Alleluia.


Avvento: noi ti lodiamo, o Signore glorioso, alleluia.


Quaresimale: La tua Passione, o Salvatore, noi magnifichiamo.


Domenica di Quaresima: Gloria a Te, Signore, Re dell’Eterna Gloria.


Il coro canta il versetto con melodia ornata, poi il Te Deum Laudamus. Nelle domeniche di Quaresima, il Te Deum non si canta.


Te Deum Laudamus


Coro. Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, * tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico figlio, * e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, * eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre * per la salvezza dell'uomo. Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, * che hai redento col tuo sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria * nell'assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, * di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: * in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, * pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, * non saremo confusi in eterno.


Il sacerdote, durante il Te Deum, non si toglie il piviale, ma rivolto all’altare prega con compunzione per le sue intenzioni e per il bene della Chiesa.


Te decet Laus


Segue una quarta lettura, del Vangelo, scelta dall'Abate casualmente, aprendo l’Evangelo che gli viene portato dal Diacono accompagnato da un ceroforo al suo trono. Alla conclusione del Vangelo letto dall’Abate, il coro canta il Te Decet Laus:


Coro. A Te si deve la lode, a Te l'inno, a Te la gloria o Dio, Padre e Figlio, insieme allo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.


Orazioni


Il sacerdote, togliendosi la berretta, si inchina ai presenti e poi sale in altare, baciando la mensa e recitando le collette secondo i bisogni. Di seguito, ne offriamo alcune comuni.

S. Preghiamo. O Dio Onnipotente ed Eterno, che ci hai concesso di giungere all’aurora e di vedere la luce del giorno, fa che per i meriti del Figlio tuo e nostro Salvatore, potremo vedere la luce senza tramonto, e gustare del banchetto eterno assieme ai tuoi santi ed eletti.

R. Amen.

S. Signore Dio, Tu che ci hai chiamati all’opera santa e spirituale con questa vocazione santa, proteggici dai nemici visibili e invisibili, affinché, protetti da Te, potremo servirTi nella serenità della libertà. Per Gesù Cristo, nostro Signore.

R. Amen.

S. Signore Gesù Cristo, nostro Salvatore, guarda con benignità a questa congregazione che vive secondo la Regola del nostro santo Padre Benedetto, e per le sue intercessioni preservaci da ogni male e concedici la tua Grazia. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen.

S. Padre Celeste, Fonte di ogni Bene, per le preghiere del tuo santo N. (nome del santo titolare del monastero*) preservaci nella mente e nel corpo, al riparo da ogni iniquità, e donaci di compiere in pace la nostra vita di penitenza. Tu che col Figlio tuo e lo Spirito Santo sei un solo Dio, ora e sempre nei secoli dei secoli.

R. Amen.


**** Se il monastero è intitolato alla Madre di Dio, diciamo: per le preghiere della Santissima Vergine Maria. Se è intitolato alla santa Croce, diciamo: per la potenza della santa e venerabile Croce. Se è intitolato ad una festa solenne, per esempio la Resurrezione o la Pentecoste, diciamo: per le preghiere dei santi le cui reliquie riposano in questa santa chiesa, menzionando tutti i santi. ****


Licenziamento


S. La Divina Provvidenza ci assista sempre.

R. Amen.

Il sacerdote o l’abate dà la benedizione finale, rivolti al popolo: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio, e la comunione dello Spirito Santo + siano sempre con tutti voi.

Tutti: e col tuo spirito.

S. Andiamo in pace.

R. Nel nome di Cristo.

In processione, il clero, preceduto dai cerofori, ritorna in sagrestia per la svestizione secondo le rubriche.

I monaci si recano dall’abate per la benedizione finale, dopo aver riverito le icone della chiesa e le reliquie, e se vanno in pace se l’Abate ha disposto che le Lodi siano celebrate separatamente. Altrimenti, si omette il Licenziamento e si procede con l’Ufficio delle Lodi.

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