La vita quotidiana di un prete medievale

 Non affronteremo oggi la vita di un monaco, perché i monaci avevano tutt'altri ritmi. Parleremo di un prete medievale "diocesano" di un periodo che può andare dal X al XV secolo.  Le nostre fonti sono sicuramente i Capitolari di sant'Incmaro di Rheims, la Regularis Concordia e i Concili locali che ci parlano, tramite i canoni ecclesiastici, di come doveva essere la vita di un sacerdote medievale. 

Scopriremo che la vita di un sacerdote medievale è molto vicina a quella di un prete ortodosso di oggi: come applicarla al mondo moderno è solo questione di volontà. 



Vestiario

Il sacerdote medievale indossava il colobium, che si può tradurre oggi con "tonaca", ed è un vestito lungo fino ai piedi, nero o scuro solitamente, senza colletto e con pochi bottoni. Sotto la tonaca portavano una sottoveste bianca lunga fino ai piedi o al suo posto, verso la fine dell'Alto Medioevo,  delle calzamaglie e una camicia dalle maniche lunghe, bianca. Durante i Servizi Liturgici, il prete indossava ovviamente i paramenti. I preti medievali occidentali erano chiamati a portare la chierica, un preciso taglio di capelli che li distingueva in società.

Alimentazione

Le uniche "diete" in nostro possesso sono quelle passate nelle varie regole monastiche (benedettina, bobbiense, etc). Possiamo dire che un sacerdote mangiava, nella sua dieta settimanale, carne solamente di domenica. Per il resto della settimana, la dieta consisteva in un 20% di pesce e formaggi, 10% vino o birra, 20% pane, il restante di legumi e verdure, bollite, fritte o cotte alla piastra. Inoltre, occorre ricordare che il mercoledì, il venerdì e il sabato, il sacerdote consumava un solo pasto, dopo aver celebrato i Vespri (nel pomeriggio). In accordo con la tradizione mediterranea, un pasto di un prete consisteva di un pulmentarium (un piatto caldo) e di un piatto "freddo" (solitamente verdure). Per chi vuole provare le ricette medievali, esistono diversi siti che ne propongono, come ad esempio Ancient Italian Cooking. Ricordiamo che il prete digiunava pure per tutti i digiuni prescritti dal calendario liturgico: Avvento, Quaresima, per la vigilia di importanti feste.

Vita di casa

Rammentiamo che in Italia, Francia, Germania e Spagna i preti erano regolarmente sposati fino al XI secolo, mentre in Polonia, Ungheria, Inghilterra e in altri paesi geograficamente lontani da Roma sono rimasti preti sposati fino al XIV secolo. Non è quindi impossibile immaginare un uomo con la sua moglie e i bambini nelle attività che noi tutti conosciamo bene. Inoltre, il prete era anche spesso il maestro del villaggio, e insegnava ai figli degli altri il computo di base e le nozioni di catechismo elementari, oltreché a formare i cantori e quindi i più promettenti alle arti liberali. Il sacerdote spesso si manteneva con un lavoro secolare: agricoltura, allevamento, produzione di olio e vino, candele e miele, oppure si impiegava in attività artigianali, quando ne possedeva l'abilità. Occorre ricordare che il lavoro era sempre limitato, in quanto la sua attività principale consisteva nel culto pubblico. I Canoni di Re Edgar, nel X secolo, ad esempio, indicano quali occupazioni secolari sono proibite ai chierici, e quali possono invece esercitare. 

Ritmi liturgici

Il prete celebrava sette lodi quotidiane al giorno (Vespro, Compieta, Lodi, Ore, Notturno) anche se poteva omettere gli uffici notturnali. Inoltre, il sacerdote era chiamato a leggere il salterio e a benedire i campi, sposare i giovani, battezzare gli infanti, confessare i penitenti, seppellire i defunti, commemorare gli addormentati con gli uffici liturgici come il Placebo. Tutte queste attività componevano la sua giornata. Incmaro di Rheims nel IX secolo invita i preti a non lasciare mai la vita di preghiera per le incombenze secolari a meno che non siano necessarie. 

Il prete si alzava all'alba per recitare in chiesa le Lodi mattutine, poi recitava le Ore in privato, per poi recitare il Vespro e la Compieta di nuovo in chiesa prima dell'imbrunire. Il prete sposato celebrava messa al mattino solitamente per le feste, il sabato e la domenica. Un prete celibe, non dovendo tenere digiuno dal letto coniugale, celebrava sicuramente più spesso. 

Il clero medievale era poi chiamato spesso ai sinodi locali indetti dai vescovi, al fine di prepararli e di istruirli circa le novità o le nuove leggi ecclesiastiche emanate dai metropoliti o dal papa. 


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