Riflessioni sulla Settimana Santa nella tradizione occidentale


Eccoci dunque alla Settimana Santa, il periodo spirituale più denso e profondo dell'anno.

 La Domenica delle Palme

Siamo giunti al Vespro vigilare della Domenica delle Palme. E' sabato sera, il tempo è sereno. Siamo consapevoli di entrare ora nella parte più profonda, radicale del nostro percorso Quaresimale. La Quaresima in sé è finita, abbiamo dinnanzi a noi una festa. Nonostante gli alterchi fra Gesù il Cristo e i giudei, i farisei e gli scribi, è accolto dal popolo come il Messia promesso. Folle festanti circondano l'asino sul quale siede il Re dei Re, il Verbo aprimordio che si è incarnato nel seno virginale di Maria. Udiamo i fanciulli ebrei cantare: Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei Cieli. Ci uniamo anche noi a questo canto, ma siamo anche consci che questa gloria che viene riservata - giustamente e santamente - al Signore, verrà presto dimenticata e anzi, al suo posto correrà lo sdegno, l'odio, la violenza, la sofferenza. E' una festa gloriosamente triste, la Domenica delle Palme. Teniamo fra le mani queste palme - o fiori, rami d'ulivo, o quello che la natura ci offre - ma dobbiamo ricordarci di non diventare come il popolo di Gerusalemme di quel tempo: non dobbiamo essere dei traditori del nostro Re, il Cristo Dio. 

Alla Messa viene letta la Passione secondo Matteo (Matteo, 26:36-75 ; 27:1-66.). Ci addentriamo adesso nel mistero della sofferenza del Redentore. Le collette del Lunedì, Martedì e Mercoledì della Settimana Santa sono dedicate al perdono dei peccati e alla purificazione dalle passioni del corpo e dello spirito. Il Giovedì, Venerdì e Sabato Santo si celebra alla notte (o al mattino presto) l'Ufficio delle Tenebre. 

Il Lunedì Santo

Il Lunedì Santo ci presenta la visita di Gesù Cristo a Betania e la resurrezione di Lazzaro (Giovanni 12:1-36), evento che manifesta il destino dei cristiani fedeli. Lazzaro come primizia della Parusia, della resurrezione dei morti all'Apocalisse. 

Il Martedì Santo

In questo giorno, il Vangelo dedicato è l'intera Passione secondo Marco: Cristo viene denigrato, condotto da Pilato, flagellato, crocefisso e poi deposto dalla Croce (Marco 15:1-41). 

Il Mercoledì Santo

In questo giorno si legge l'intera Passione secondo Luca (Luca 23:1-49). Il brano non si discosta molto dalla narrazione marciana. Nelle cattedrali, al mattino si prepara il santo Crisma che poi verrà consacrato al Giovedì Santo.  

Il Giovedì Santo

Nella tradizione latina antica, il Giovedì Santo è un giorno liturgicamente molto impegnato. Di primo mattino si celebra il rito di reintegro dei penitenti, seguito - nelle cattedrali - dalla Messa crismale. L'olio santo viene benedetto e distribuito ai decani della diocesi che lo porteranno poi ai sacerdoti delle comunità più lontane. Nelle parrocchie, al pomeriggio (o di mattina) si celebra la Messa in Coena Domini, la commemorazione dell'Ultima Cena. Per questa liturgia, così come per le Palme, sono cantati i Kyrie coi tropi festivi, splendide composizioni liturgiche medievali dal tono solenne. Il Vangelo della Messa in Coena Domini è Giovanni 13:1-15, che narra dell'ultima Cena e della Lavanda dei Piedi. Conclusa la liturgia vespertina, si celebra la Compieta con il rito della Lavanda dei Piedi e il celebre inno "Ubi caritas" di s. Paolino d'Aquileia (+802).  

Il Venerdì Santo 

Compiute le Ore al mattino e la Via Crucis, alla sera si celebra la Messa dei Presantificati. Il Venerdì Santo è un giorno aliturgico, ovvero nel quale non si consacra, ma si usano le offerte consacrate in un altro giorno (in questo caso, della Messa in Coena Domini). In questo giorno commemoriamo i patimenti e la morte del Signore. Dopo la Messa dei Presantificati segue il Vespro con il Funerale del Cristo morto e la Compieta, recitate direttamente senza interruzione. Dopo la lunga liturgia serale, è tempo del silenzio. Il Signore Dio è morto e, addormentato, riposa nel sepolcro. 

Il Sabato Santo

Compiuto l'Ufficio delle Tenebre al primo mattino, segue nel primo pomeriggio (o in tarda mattinata) la "prima resurrezione", la liturgia vespertina del Sabato Santo. Durante questa cerimonia si benedice il cero pasquale - che ha dei rimandi diretti alla Santa Luce di Gerusalemme - e si leggono le profezie dell'Antico Testamento (dal tardo medioevo generalmente Gen. 1-2, Ex. 14-15; Is. 4 e Is. 54-55) che prefigurano l'avvento di Cristo e la sua resurrezione dai morti, rinnovatrice del cosmo e della realtà umana e naturale. Nell'antico rituale romano le letture erano molte di più:  Genesi 1 Genesi 5-8 Genesi 22 Es. 14 + Cant. di Mosè (Es. 15) Isaia 55 Baruch 3 Ezechiele 37 Isaia 4 + Cant. (Is. 5) Esodo 12 Giona 3 Deut. 31 + Cant. di Mosè (c. 32) Dan. 3. Col venir meno della presenza di battesimi di massa, dal primo medievo cominciano a venir tagliate alcune di queste letture, fino a lasciarne solo quattro. Alla liturgia "pre-paschale" veniva legato il rituale battesimale o il rinnovo delle "promesse battesimali", nei secoli del Tardo Medioevo già decaduto o accorciato. 

La Domenica di Pasqua

Nella tradizione universale è presente la Messa di Mezzanotte, che è quella del puro carattere festivo. Il nostro cammino di digiuno e astinenza è finito. Dopo aver compartecipato delle sofferenze del Signore, eccoci chiamati alla gioia e alla letizia spirituale della sua Resurrezione.  Il Signore è risorto dalla tomba, "il primo giorno dopo il Sabato", e l'annuncio angelico alle donne mirofore raggiunge gli Apostoli e il mondo intero. La morte è sconfitta, l'umanità è salvata, le porte dell'inferno sono aperte e i giusti tratti fuori dall'antica sofferenza. Cristo è risorto, alleluia! 

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VEDI ANCHE

Il Venerdì Santo nel rito Ambrosiano (di Traditio Marciana)

La Litania all'ufficio delle Tenebre (di Traditio Marciana)

Storia della Liturgia Vespertina del Giovedì Santo (di Traditio Marciana)

Le profezie alla vigilia di Pasqua (di Traditio Marciana)

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