o Oriens

 L'antifona del 21 dicembre, o Oriens, è una antifona nobile, dalla costruzione eminentemente poetica. 

Il primo versetto invita a invocare Cristo col nome di "Oriente"; si tratta di una citazione di Zc 6,12 secondo la Volgata; in essa tale versetto ha l'espressione "Oriens nomen eius ("il suo nome è Oriente"). Tale nome è accompagnato da due espressioni giustapposte, che allargano e spiegano il termine: "splendore della luce eterna" (cfr. Ab 3,4 ) e "sole di giustizia" (cfr. Mal 3,20 ). Cristo è quindi invocato come la luce che fa nascere il giorno o come il luogo per cui nasce un nuovo giorno, un nuovo giorno che nasce sotto la luce di Dio ed i raggi della salvezza.

O Oriens, splendor lucis aeternae, et sol justitiae: veni, et illumina sedentes in tenebris, et umbra mortis. 

O Oriente, splendore di luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illumina quelli che giacciono nelle tenebre, e nell'ombra della morte.


In questi giorni bui (è da poco passata la festa di s. Lucia, il giorno più buio dell'anno) è chiaro che sentiamo la necessità del calore del sole. Ma il vero Sole, colui che illumina la vita e l'anima dell'Uomo, è solo il Cristo, il Signore, il nostro Dio. Come un riflesso delle antifone dei giorni precedenti, in cui echeggia la missione salvifica del Cristo nascente, qui Gesù viene paragonato al sole, il quale vivifica la natura coi suoi raggi. Ed ecco che egli è capace di vivificare, di rendere vera, attiva, viva la natura umana con la sua grazia. Ecco che il Signore può redimere, guarire, rendere vivi coloro che "giacciono nelle tenebre", ovvero coloro che ancora non hanno accettato il Cristo nella loro vita, e salvare "coloro che sono nell'ombra della morte", ovvero i defunti, che attendono il Signore nell'ade. 

Nel Sermone per la Natività del 440, san Leone Magno dice: 

Realizza, o cristiano, la tua dignità. Una volta reso “partecipe della natura divina”, non tornare alla tua antica bassezza con una vita indegna di quella dignità. Ricorda di chi è la testa e di quale corpo costituisci un “membro”. Ricorda come sei stato strappato “dal potere delle tenebre e portato alla luce e al regno” di Dio.

La bellezza e il potere della luce di questa Stella del Mattino è che non solo scaccia l'oscurità e il suo potere su di noi, ma illumina anche la mente di coloro che osservano. La luce non solo ci permette di vedere il nostro Salvatore, ma di conoscerlo e di amarlo. Ci chiama ancora una volta in quella giusta relazione con il nostro Creatore. Questa è la nostra dignità di cui parla San Leone. Questa è la dignità alla quale siamo chiamati in virtù del nostro battesimo.

Il Cristo bambino, la luce del mondo, nasce nelle tenebre della notte e del peccato. Ma questa oscurità non può contenerlo. Vieni, o Stella del Mattino! Chiamaci dall'oscurità per vedere il tuo volto!

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