La seconda grande antifona dell'Avvento, per il 18 dicembre, è O Adonai. Un nome inusuale, ebraico, per chiamare direttamente il Redentore. Adonai significa infatti "Signore".
O Adonai, et dux domus Israël, qui Moyse in igne flammae rubi apparuisti, et ei in Sina legem dedisti: veni ad redimendum nos in brachio extento.
O Adonai, condottiero della casa di Israele, che sei apparso a Mosè tra le fiamme, e sul Sinai gli donasti la legge: vieni a redimerci col tuo braccio teso.
Adonai era il lemma usato dagli antichi ebrei per chiamare YHWH senza dover leggere il tetragramma. Curioso (ma perfettamente logico nella economia divina), la sigla sulla croce al momento della Crocefissione, scritta in tre lingue - Gesù Nazareno Re dei Giudei - in ebraico risulta proprio ... YHWH. Per questo i capi del sinedrio si adirano con Pilato e ne chiedono la rimozione, ma, come rispose il governatore romano... quel che è fatto, è fatto. Cristo Gesù è il Signore del Nuovo e dell'Antico Testamento, è l'ipostasi del Verbo Incarnato.
Il riferimento esplicito nell'antifona è un parallelo fra Mosè, primo "duce" o guida del popolo ebraico, e il vero e unico Signore, guida della Nuova Israele, che è la Chiesa. Cristo viene presentato come Colui che parlò nel roveto ardente e che donò la legge. Questa lettura profonda, cristologica, viene dall'esperienza universale dei commentari dei Padri della Chiesa, che videro tutti una prefigurazione di Cristo nella voce potente del roveto fiammeggiante.
I riferimenti neotestamentari del primo versetto sono solo impliciti: Cristo completa la Legge con le beatitudini proclamate nel Discorso della montagna (Mt 5,7; 6,17-49 ) e consegnando agli uomini il Comandamento nuovo (Gv 13,34 ); Cristo sigilla col proprio sangue la Nuova Alleanza con gli uomini (Mt 26,28 ; Mc 14,24 ; Lc 22,20 ; 1Cor 11,25 ).
Commenti
Posta un commento