Traduciamo un carmine medievale inglese in occasione dell'Annunciazione secondo l'antico calendario patristico, composto da un anonimo del XIII secolo. Il canto appartiene alla tradizione dei gymel (proto-polifonia) ed è un inno alla Madre di Dio, nel quale, con il genere della poesia religiosa didattica, intende esporre in modo semplice e intuitivo i dogmi che circondano il soggetto della canzone. Ne proponiamo ora la versione italiana.
Annunciazione, da un libro di preghiera belga del 1450
Sia benedetta tu, Regina del Cielo,
conforto delle persone e beatitudine degli angeli,
Madre illibata e Vergine pura,
Tale nel mondo nessun altra lo è.
conforto delle persone e beatitudine degli angeli,
Madre illibata e Vergine pura,
Tale nel mondo nessun altra lo è.
In te si vede senza sforzo alcuno,
Di tutte le donne hai il premio; [1]
Mia dolce signora, ascolta la mia preghiera
E, se lo vuoi, abbi pietà di me.
Tu discendi come il raggio dell'aurora
Che separa dalla notte oscura;
Da te è scaturita una nuova Luce
Che ha illuminato tutto il nostro mondo.
Non c'è una serva [del Signore] della tua carnagione [2]
Così bella, così limpida, così fresca, così luminosa;
Dolce Signora, abbi compassione
e abbi pietà del tuo cavaliere.
Fiore scaturito da una sola radice,
Lo Spirito Santo si è riposato su di te;
Questo era per il bene dell'umanità
E la sua anima la quale hai salvato; [3]
Signora mite, accondiscendente e dolce,
grido per la tua misericordia, io sono il tuo servo,
che ti rende servizio in ogni modo. [4]
.
Una pregevole esecuzione in lingua originale.
TESTO ORIGINALE
Edi beo thu, hevene quene,
Folkes froure and engles blis,
Moder unwemmed and maiden clene,
Swich in world non other nis.
On thee hit is wel eth sene,
Of all wimmen thu havest thet pris;
Folkes froure and engles blis,
Moder unwemmed and maiden clene,
Swich in world non other nis.
On thee hit is wel eth sene,
Of all wimmen thu havest thet pris;
Mi swete levedi, her mi bene
And reu of me yif thi wille is.
Thu asteghe so the daiy rewe
The deleth from the deorke nicht;
Of thee sprong a leome newe
That al this world haveth ilight.
Nis non maide of thine heowe
Swo fair, so schene, so rudi, swo bricht;
Swete levedi, of me thu reowe
And have merci of thin knicht.
Spronge blostme of one rote, The Holi Gost thee reste upon;
Thet wes for monkunnes bote And heore soule to alesen for on.
Levedi milde, softe and swote,
Ic crie thee merci, ic am thi mon,
Bothe to honde and to fote,
On alle wise that ic kon.
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NOTE
1) Il premio. Era consuetudine che i cavalieri donassero alla fanciulla oggetto delle loro attenzioni il premio della giostra. Pertanto, è una formula di cortesia per indicare che nessuna donna può competere con la Vergine Madre.
2) La carnagione. Al contrario di oggi, la pelle bianca ("luminosa") era considerata attributo di bellezza e la pelle abbronzata un tratto delle popolane (che lavoravano sotto il sole). La Madre del Sole di Giustizia, del resto, poteva non essere la più luminosa di tutte?
3) La Madre di Dio salva l'umanità in quanto da alla luce il Salvatore.
4) Nel testo originale "il tuo servitore, che ti serve con le mani e con le gambe".
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