Il canto Rorate Coeli Desuper apre la Messa della Quarta Domenica d'Avvento, quando il carico dell'attesa si fa notevolmente più forte. Le parole sono prese da Isaia 45:8:
Scendete, Eccelsi, dall'alto, e dai cieli scenda la giustizia: si apra la terra e producano salvezza, e la giustizia spunti insieme; Io, il Signore, l'ho creato.
Il testo intero è il seguente:
Stillate rugiada, o cieli, dall'alto, E dalle nubi piova chi rende giustizia.
Non adirarti, o Signore, non ricordarti più dell'iniquità: Ecco che la città del Santo è divenuta deserta: Sion è divenuta deserta: Gerusalemme è desolata: La casa della tua santificazione e della tua gloria, Dove i nostri padri Ti lodarono.
Stillate rugiada, o cieli, dall'alto,E dalle nubi piova chi rende giustizia.
Peccammo, e siamo divenuti come gli immondi, E siamo caduti tutti come foglie: E le nostre iniquità ci hanno dispersi come il vento: Ci hai nascosto il tuo volto. E ci hai schiacciati per mano delle nostre iniquità.
Stillate rugiada, o cieli, dall'alto, E dalle nubi piova chi rende giustizia.
Guarda, o Signore, l'afflizione del tuo popolo, E manda Colui che deve essere mandato: Manda l'Agnello dominatore della terra, Dalla pietra del deserto al monte della figlia di Sion: Affinché Egli tolga il giogo della nostra schiavitù.
Stillate rugiada, o cieli, dall'alto, E dalle nubi piova chi rende giustizia.
Consolati, consolati, o popolo mio: Presto verrà la tua salvezza: Perché ti consumi nella mestizia, perché il tuo dolore si è rinnovato? Ti salverò, non temere, Perché io sono il Signore Dio tuo, il Santo d'Israele, il tuo Redentore
Stillate rugiada, o cieli, dall'alto, E dalle nubi prova chi rende giustizia.
Secondo la tradizione questa Messa è celebrata all'alba, molto presto, e figurativamente rappresenta la vittoria della Luce di Dio sulle tenebre del mondo decaduto. Il testo è chiaramente profetico, come del resto l'intera produzione di Isaia: il Signore scende dai Cieli per portare la salvezza. Non c'è gioia e salvezza senza giustizia, ed è proprio così che opera il Signore: la vera misericordia non è disgiunta dal suo ruolo di giudice eterno. L'introito è una concentrazione della vita del cristiano, dell'uomo retto e giusto che attende con pazienza l'arrivo della Salvezza; il testo ci invita a compiere un esame interiore: prima la comprensione di come siamo peccatori (la "Sion" interiore), poi la contrizione per il male compiuto, e infine la richiesta di soccorso e la gioia di sapere d'esser salvati da Dio.
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