Il Ciborio (gr. Κιβώριον, lat. Ciborium) è una struttura di vario materiale, di solito pietra, marmo e più raramente legno, che si trova nello spazio sacro del tempio cristiano. La parola trae origine dall'antica lingua egizia per indicare il fiore di loto, la cui forma avrebbe ispirato il ciborio propriamente detto. Nell'antichità classica il ciborio era un bicchiere di ferro o argento a forma di fiore di loto, usato per bere, sia dai greci che dalle popolazioni mediterranee. La forma di loto prende piede nell'iconografia egiziana, sumera e persiana come attributo celeste e delle volte "a fiore" vengono spesso dipinte intorno a monarchi, divinità, personaggi illustri per indicare la protezione divina o la loro essenza spirituale. Sempre dall'Antico Egitto viene la tradizione, diffusasi poi in Europa e in Medio Oriente, di utilizzare dei baldacchini o degli ombrelli rituali durante le celebrazioni all'aperto per i re o i sacerdoti, quando dovevano uscire in pubblico. La tradizione dell'ombrello rituale è rimasta intatta nella tradizione cristiana etiope. Nell'Antica Roma il baldacchino era attribuito dei generali vittoriosi e, successivamente, degli imperatori.
Ciborio di santa Maria in Trastevere, Roma
Il Ciborio, che come abbiamo detto rappresenta la volta celeste, fu sempre associato alla simbologia sacra come un oggetto che protegge, avvolge, sacralizza e delimita il culto. Poiché sovrani e imperatori, nell'antichità, erano considerati divini o sacri, il ruolo di "stare sotto il ciborio" fu presto ricevuto nella Cristianità dall'unica cosa che veramente poteva dirsi sacra sulla terra, ovvero il santissimo altare dove l'Incruento Sacrificio viene perpetuato per il bene del cosmo e dell'umanità. In alcuni casi, specialmente in Oriente, anche le cattedre dei vescovi - in quanto pilastri della struttura ecclesiastica - venivano rivestite di cibori più piccoli. Un altro esempio di struttura a ciborio che rimane nel culto cristiano è il catafalco per i defunti e per l'epitaffio (sindone), il Venerdì Santo, sotto il quale si appoggia l'immagine del Cristo addormentato.
In questa immagine della cattedrale ortodossa di sant'Alessandro Nevskij a Sofia (Bulgaria) si vede bene il trono episcopale e il trono reale (con i leoni) entrambi posizionati sotto un ciborio. Anche l'altare è coperto da un ciborio oltre l'iconostasi
Poiché anche il Vangelo è considerato sacro, spesso i pulpiti dai quali si proclama l'Evangelo sono incorporati in una struttura a volta che ricorda un ciborio, come l'esempio sottostante, preso dalla chiesa di santa Eufemia in Grado, del XII secolo.
Il ciborio viene per la prima volta utilizzato in una chiesa cristiana per la Basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme nel IV secolo, e il più antico ciborio ancora in piedi è quello della basilica di sant'Ambrogio a Milano. Anche la cattedrale di Santa Sofia a Costantinopoli, secondo le cronache di Paolo Silenziario, aveva un imponente ciborio regalato dal pio imperatore Giustiniano, il quale purtroppo non è sopravvissuto alla distruzione della basilica operata dagli ottomani. Il Ciborio veniva oscurato con quattro tende (tetravela) durante i momenti più sacri del rito, come la Consacrazione dell'Offerta Eucaristica oppure le varie preces segrete. Secondo i commentatori di liturgia bizantini più influenti del medioevo, ovvero san Simone di Tessalonica (+1429) e san Germano di Costantinopoli (+730):
Il Ciborio rappresenta il Luogo dove Cristo fu Crocefisso, dove fu sepolto e dove risorse; e quindi il luogo dove la Chiesa deve commemorare e celebrare la crocefissione, la sepoltura e la resurrezione del Signore; il Ciborio rappresenta anche l'Arca dell'Alleanza e il Santo dei Santi. [1]
Nella Russia cristiana il ciborio veniva eretto - poiché costoso - solo nelle cattedrali, e la presenza di un ciborio ornato era un evento che veniva scritto nelle cronache cittadine (cfr. Dovronrarov, 1912). Secondo san Simeone di Tessalonica, una chiesa può dirsi "atta al servizio cultuale" e pronta per essere consacrata solo quando il ciborio è ultimato.
Questo splendido altare è parte della Basilica Eufrasiana costruita nel VI secolo dal vescovo Eufrasio di Pola. Il Ciborio marmoreo fu restaurato e commissionato con le direttive del vescovo Otto di Parenzo nel 1277, mentre le colonne e la struttura primitiva del baldacchino sono del VI secolo. I mosaici del catino absidale sono sempre del VI secolo. Si nota il trono episcopale alla base dell'abside secondo la migliore tradizione antica. L'altare, fortunatamente illeso dalle distruzioni moderniste, risulta tuttavia improvvisato per la celebrazione verso il popolo, quando sappiamo bene che si celebra coram Deo.
I cristiani occidentali, così come gli orientali, hanno sempre avuto a cuore la costruzione delle chiese e il ciborio, insieme con la pergula o pluteo, è uno degli elementi imprescindibili per la realizzazione dello spazio sacro. Si nota come con l'allontanamento progressivo della Chiesa d'Occidente dall'unione con il resto della cristianità, anche l'architettura, così come l'arte sacra in genere, hanno subito drastiche influenze eterodosse.
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FONTI
1) Trattato sulla Divina Liturgia, 5 (s. Germano di Costantinopoli) ; tradotto da HLN Simmons. La biblioteca Arcivescovo Iakovos di fonti ecclesiastiche e storiche; (Brookline, MA, 1984)
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