La stagione dell'Avvento offre numerose occasioni di alto lirismo poetico unito alla più ortodossa delle innografie occidentali, quella rivolta all'Incarnazione del Verbo. Gli ultimi sette giorni del digiuno avventizio possiedono ognuno una antifona speciale ai Vespri, al Magnificat, per sottolineare la speciale profondità degli ultimi momenti di attesa. Il numero mistico sette, che indica il compimento, può essere riconosciuto anche in altri aspetti del culto cristiano (la settimana, la Quaresima [sei domeniche + Pasqua], i sacramenti, i doni dello Spirito Santo, e così via).
17 dicembre: O Sapientia (Sapienza)
18 dicembre: O Adonai (Signore)
19 dicembre: O Radix Jesse (Radice di Iesse)
20 dicembre: O Clavis Davide (Chiave di Davide)
21 dicembre: O Oriens (Oriente)
22 dicembre: O Rex Gentium (Re delle Nazioni)
23 dicembre: O Emmanuel ("Dio-è-con-noi", Emanuele)
Le Antifone sono chiamate anche "dell'O" perché tutte iniziano con il vocativo. La loro esistenza precede di gran lunga lo Scisma del 1054, probabilmente sono state composte verso il sesto secolo. Già Boezio, nel suo libro La consolazione della Filosofia, le nomina .Il celebre commentatore liturgico Amalario vescovo di Metz, nel IX secolo, scrive un lungo paragrafo per ciascuna di esse. [1]
Una variante per il 21 dicembre, O Gabriel, nuntius Coelorum, fu presto scavalcata nel XIII secolo dall'antifona O Thoma Dydime, che commemora la festa di san Tommaso Apostolo, fissata il 21 dicembre. Generalmente, si osserva in questo caso l'antifona del diurnale preferendola per mantenere intatto il ciclo delle Grandi Antifone, e l'antifona all'Apostolo viene recitata nell'ufficio del Santo.
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FONTI E NOTE
1) Ballhorn, Egbert (1998). "Die O-Antiphonen: Israelgebet der Kirche". Jahrbuch für Liturgik und Hymnologie. 37: 9–34
VEDI ANCHE
Le Antifone Maggiori, di Traditio Marciana
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