Nel mondo tradizionalista ortodosso c'è sempre un sospetto per quello che viene chiamato Rito Occidentale ovvero l'uso dei riti latini antichi pre-scisma nella Chiesa Ortodossa. Questo perché il metro di giudizio utilizzato è - paradossale per un ortodosso - quello della conformità dei riti al "modello tridentino". Il vescovo Enoch di Apshawa, vescovo della comunione vetero-calendarista di Avlona, ha recentemente commentato sul suo blog proprio questo problema, che condividiamo appieno. Alcuni passaggi dell'articolo verranno tradotti, mentre altri sono il frutto della nostra riflessione personale vista "all'Italiana".
L'errore più importante dei circoli tradizionalisti - cattolici o ortodossi vicini al Rito Occidentale - è proprio quello di rendere il Concilio Vaticano II il metro di giudizio su cosa sia o non sia permesso dal punto di vista liturgico. Questo perché una certa mentalità falsamente accademica prevede che ci sia sempre una sorta di "garanzia", ma scegliere un processo storico che ha distrutto la congregazione papista è certamente nocivo sia per i cattolici romani stessi, sia per noi ortodossi, e sicuramente per noi ancor di più. Sorge spesso un quesito - sia fra i fruitori del rito occidentale che fra i fedeli di rito bizantino - ovvero la missione e su come applicare delle decisioni per farla o meno funzionare.
Semplicemente, un ortodosso non dovrebbe sentirsi autorizzato a scavalcare o evitare i decreti dei santi Padri e le consuetudini ortodosse. Nel caso della nostra discussione, nessun ortodosso serio che si approccia al rito latino dovrebbe mai considerare possibile utilizzare il rito di Pio XII o le riforme i Bugnini, neanche per "motivi missionari". Nessun ortodosso serio accetterebbe di annullare il digiuno dalla mezzanotte per la comunione, e di applicare quello di 3 ore (ma è un digiuno, alla fine?). Eppure, da alcuni, si sente spesso la frase "Il Vaticano Secondo lo ha approvato, la gente se lo aspetta". La gente si aspetta tante cose, ma è nostro dovere educarli e formarli nella via dei santi Padri. Ogni modifica, aberrazione, abolizione, addizione, sottrazione, ecc. che la Congregazione dei Riti vaticana fa è poi in qualche modo costituita parte del Patrimonio dei popoli occidentali, per quanto quei popoli vi si siano effettivamente opposti. Questa è la logica vaticana: uniformizzare, distruggere, ricostruire, obbligare all'adozione. Lo hanno fatto nell'anno 1000 e poi nel corso della Controriforma, e poi nel 1969, e poi lo faranno ancora. La vera questione è un'altra. Noi abbiamo come guida sicura i santi Padri che si sono santificati con il Rito Occidentale, venerabile e antico: non ci serve altro. Seguiamo le orme dei Padri. Un altro argomento che si annulla da sé è il cosiddetto "bizantinismo occidentale", cioè il voler imporre a tutti i costi delle usanze orientali, elleniche, russe e così via al rito occidentale perché "troppo simile a quello cattolico". Del resto, i cattolici da qualche parte, sto rito devono averlo preso. Piuttosto, è bene formarsi su come i nostri antenati celebrassero alcune cose in modo molto diverso dal "tridentino", e riappropriarci di quella forma liturgica, anziché inventare minestre piuttosto discutibili.
Inoltre, rispetto alla prassi definita "tridentina", è bene sapere che gli ortodossi di rito latino:
1. Non fanno mai la "Messa Bassa", che è una invenzione post-scisma. La Messa è sempre cantata - anche se non "in terzo" - e usiamo sempre l'incenso. Parimenti Lodi, Vespri, Notturni e così via.
2. Non usiamo strumenti musicali e neanche l'organo. Il canto è eseguito a cappella.
3. Non permettiamo l'uso del pane azzimo, ma usiamo una forma di pane lievitato.
4. Non consacriamo più di un pane per Messa, se non è necessario per i Presantificati o per altre esigenze peculiari come la comunione ai malati. Tutti i fedeli si comunicano dal medesimo Pane che è stato fratturato nel Calice.
5. Privilegiamo i paramenti antichi con modelli non barocchi.
6. A meno che la cappella non sia davvero minuscola, ogni altare è libero su quattro lati (e non è "a muro") e il santuario è diviso dalla navata tramite plutei alti, e non basse balaustre come nella concezione barocca - tridentina.
7. Usiamo i Versetti dell'Offertorio con l'Offertorio "lasciate ogni senso mortale" e il versetto del Salmo e Gloria Patri con l'Antifona alla Comunione;
8. Usiamo un buon numero di Prefazioni variabili invece di sole 12; quindi, circa 100+ Prefazi propri, come per tutti i giorni di Quaresima, Settimana Santa, Settimana di Pasqua, Domeniche di Avvento, Feste Maggiori, ecc.,
9. Non facciamo servizi di Corpus Christi o cose importate da quella devozione, come per esempio ostensione del Sacramento o altre devozioni post-scisma; quindi niente “Altare della Riposo” il Venerdì Santo, anzi, la Santa Croce è Sepolta nel Sepolcro;
10. L'unica elevazione dei Doni Consacrati nel Canone della Messa è proprio alla fine del Canone; la cosiddetta "Elevazione Maggiore", in cui il pane e il calice vengono sollevati dal sacerdote sopra la sua testa dopo che l'Istituzione Narrativa è stata completata rispettivamente sul pane e sul calice; avviene un'elevazione imitativa che il Sacerdote fa come dice: "Prese il pane..." e "prendendo anche questo perfetto Calice..." dove il Sacerdote li tiene all'altezza del petto circa, come fa rispettivamente il segno della Croce su di loro, ma questo non è sicuramente testimoniato da nessuno tranne che dai chierici che servono più vicini all'altare; l'assenza della cosiddetta “Elevazione Maggiore” riflette una diversa teologia della Consacrazione;
11. Il più delle volte si ripete il Graduale dopo il Versetto [a meno che non segua un Tratto in Quaresima]; abbiamo un'abbondanza di sequenze appropriate per le feste; niente inginocchiatoi o banchi (però, ci inginocchiamo in certi giorni, ecc.), con lo stare in piedi come modalità corretta di attenzione alla messa la domenica.
Ad una persona mediamente interessata di liturgia queste scelte non appariranno certo folli, a meno che non abbiamo una persona la cui estetica è pesantemente influenzata dai modelli barocchi e ha un paraocchi sul viso. Ma il punto è che abbiamo i nostri Padri e Santi, e non abbiamo bisogno di rivolgerci alla "Sacra Congregazione dei Riti" vaticana del XIX o XX secolo con la funesta influenza antiliturgica dei Gesuiti e altri tipi di strane pseudo-pietismi.
Abbiamo un gioiello prezioso nell'ortodossia occidentale contemporanea e nei nostri riti e servizi, se semplicemente lasciamo che venga inghiottito a causa della nostra negligenza, il Signore potrebbe non concederci altro tempo per rivitalizzare la tradizione occidentale.
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