Ad te [Domine] levavi animam meam, Deus meus, in te confido: non erubescam neque irrideant me inimici mei. Etenim universi qui te expectant non confundentur. Vias tuas, Domine, demonstra mihi: et semitas tuas edoce me.
L'antifona riprende le parole del salmo: a te innalzo la mia anima, manifestando ciò che dovrebbe fare il nostro spirito: ricercare la comunione con Dio, sollevare il nostro interesse dalle questioni mondane e rivolgerlo verso il Signore. Prosegue con: portami alla tua verità e insegnami i tuoi decreti. Non abbiamo altro Signore che il nostro Dio e la Verità si palesa con Cristo, Verbo del Padre, che si manifesta nel mondo: da Lui apprendiamo la vera dottrina, la vera essenza del vivere, e la nuova legge per essere amati da Dio e per amare Iddio stesso. Il salmo continua: perdona le mie colpe. Il pentimento è l'inizio del cammino della vita devota e non sorprende che i santi Padri abbiano scelto questo salmo per iniziare l'anno liturgico (la tradizione latina - non scritta - concepisce l'Avvento come il primo Tempo dell'anno). Per ben tre volte nel salmo 24 il profeta Davide lascia trasparire il senso di attesa: nessuno che ti attende sarà disprezzato; ti ho tanto atteso tutto il giorno; mi preservi l'integrità, perché ti ho atteso. Come abbiamo accennato, l'Avvento è tempo di attesa. Questo salmo ci richiama anche alla virtù della pazienza, dell'attesa attiva, dell'integrità come mezzo per ottenere frutti spirituali. Il Signore si manifesterà a coloro che sapranno cercarlo e superare i nemici dell'anima.
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