Pregare coi salmi secondo la Regularis Concordia

 

Secondo il Rituale Ecclesiae Dunelmensis, ovvero l'uso ecclesiastico della diocesi di Durham, composto nel X secolo, i salmi hanno una propria capacità spirituale. Questo insegnamento, promulgato da diversi santi (Pacomio, Antonio, Cassiodoro e più recentemente Sant'Arsenio di Cappadocia), intende che i salmi possono essere recitati con l'intento di ottenere una particolare grazia. Vediamo cosa propongono i santi Padri anglosassoni. NB: i salmi sono secondo la tradizione della Septuaginta

Secondo la Regularis Concordia, ovvero il principale testo rituale benedettino edito al sinodo del 973 tenutosi al Concilio di Winchester, vi sono dei salmi specifici da recitare durante la giornata se si vogliono ottenere delle grazie particolari:

Si ricorda con frequenza l'Ufficio dei Sette Salmi penitenziali (salmi 6, 31, 37, 50, 101, 129 e 142) composto da san Cassiodoro nel V secolo. Questo intende essere un ufficio purificatorio per le proprie colpe. Secondo la Regularis Concordia, andrebbe recitato dopo l'Ora Prima, nella pace del chiostro o della propria cella. 

Per aumentare la devozione personale (specialmente all'Ora Terza): salmi 16, 24, 53, 60, 66, 69, 70, 85. 

Contro le tentazioni e la solitudine, e anche per ringraziare Dio (specialmente all'Ora Sesta): salmi 3, 21, 45, 63, 68.

Quando qualcuno pensa che Dio lo ha abbandonato (specialmente all'ora Nona): salmi 12, 30, 43, 54, 55, 56, 76.

Per la prosperità della propria famiglia e per la pace domestica e spirituale: 33, 102, 144 (da cantare dopo i Vespri). 

La Regularis Concordia dice, inoltre, che in tempi di gioia dovremmo ringraziare Dio leggendo il Cantico dei Tre Fanciulli (Daniele 3:52-90). 

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