Inno per la festa del nostro padre tra i santi Ambrogio, Vescovo di Milano (20/7 dicembre). Le fonti manoscritte indicano come autore Massimiano, altrimenti sconosciuto; Il manoscritto (MS 2, ff. 9r-10v, Bibl. Civica di Trino - Vercelli) è del XII secolo ed è apografo di un innario di qualche secolo precedente. In realtà la maggior parte dei critici lo fa risalire alla prima metà del VI secolo, ma non c'è certezza visto che dell'autore nulla si conosce. Il testo si data entro l’VIII secolo circa.
Miraculum laudabile Canamus omnes populi, Quod datum est Ecclesiæ In fluctuanti sæculo; Ambrosium vatem magnum, Prædestinatum a Deo, Diabolus quo tempore Fœdaverat templa Dei. Christus, qui nunquam deserit Suo redemptos sanguine, Virum direxit inclitum, Ut Arium destrueret. Is infulas dum sæculi Fert, quæsiit claves poli, Iusque dum portat gladii, Suscepit Evangelii. Mysterium incognitum, Altissimus quod noverat, Nondum ablutus lavacro Episcopus eligitur. Ingressus est Ecclesiam, Plebem sedare turbidam: Cunctorum ora conclamant Ambrosium Episcopum. Arii tunc perfidia Purgatur ex Ecclesia: Cuncta concrepant agmina, Nec desunt Christi munera. Nox tetra cedat lumini, Confundantur hæretici, Adest tantum piissimus, Qui purget mentes perfidas. Virtus ex alto data est Ambrosio in baptismate: Virtus ex alto data est Ambrosio in baptismate: Nam statim ut renatus est, Cœpit fugare dæmones. Suscepit is Ecclesiam, Gubernavit intrepidus, Confessor esse meruit, Dum Arianis non cedit. Gloria tibi, Domine; Gloria Unigenito; Una cum sancto Spiritu, In sempiterna sæcula. Amen.
O popoli tutti, cantiamo il miracolo degno di lode che, in tempi d’incertezza, / è stato dato alla Chiesa: Ambrogio, il grande profeta, predestinato da Dio, / nel tempo in cui il diavolo aveva violato i templi di Dio. Cristo, / che giammai abbandona quanti ha redenti col suo sangue, / guidò quest’uomo illustre / perché sconfiggesse Ario. / Egli, mentre portava le insegne del mondo1, cercò le chiavi del cielo, / e mentre recava il diritto della spada, ottenne quello del Vangelo. / E poiché l’Altissimo conosceva questo sconosciuto mistero, / non ancora purificato nel Battesimo egli fu eletto Vescovo. / Fece il suo ingresso nella Chiesa per placare il popolo in rivolta: / le bocche di tutti insieme lodano / il Vescovo Ambrogio. Allora l’eresia di Ario fu scacciata dalla Chiesa: / tutte le schiere risuonano di gioia, / e i doni di Cristo non vengono meno. / La notte oscura ceda il passo alla luce, gli eretici siano confusi, / e resti soltanto l’uomo piissimo, colui che purga le menti eterodosse. / La forza ad Ambrogio fu data dall’alto nel Battesimo: / infatti, appena rinacque, prese a mettere in fuga i demoni. / Egli ricevette la Chiesa, la governò con coraggio, meritò di essere detto Confessore, poiché non cedette agli Ariani. / Gloria a te, o Signore: Gloria all’Unigenito; insieme al Santo Spirito nei secoli eterni. Amen.
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