Tradizionalmente, i latini vestono anche, fra i vari paramenti, il "manipolo", ossia una sorta di fascia che pende dal braccio sinistro. Anche i latini ortodossi ne fanno uso.
Il manipolo, chiamato anche mappa, era parte dell'abbigliamento civile romano delle classi abbienti già in epoca pre-cristiana. Esso veniva usato come vestito di gala in occasione dei giochi, dove l'uomo più prestigioso lo alzava e lo muoveva per dar inizio alle corse dei cavalli. Venne poi la moda di usarlo come fazzoletto, in special modo nei banchetti.
Quando la Chiesa lo adottò come parte dei paramenti di culto durante il pontificato di santo Stefano I (+257), il quale fu il primo a dare disposizioni sulle vesti sacerdotali, la funzione del manipolo era pratica: esso serviva per avvolgere i vasi sacri durante le processioni e asciugarsi le labbra dopo la Comunione, in una sorta di manutergio. San Silvestro I Papa (+335) decise che anche i Diaconi avevano accesso a tale paramento, e rimase di colore bianco tutto l'anno fino al secolo IX, quando in Inghilterra cominciò ad essere abbinato ai colori liturgici. Nel X secolo sono stati tramandate descrizioni di manipoli molto preziosi, con gemme, rifiniture d'oro e perfino piccole campanelle (come il sakkos dei paramenti greci) e alcuni di questi esemplari sono il testamento del vescovo Riculfo di Helena (+915) donati al suo successore. Si capisce quindi che dal X secolo il manipolo perde il suo valore pratico, venendo sostituito da manutergi, palle, lini e le altre suppellettili sacre.
Un manipolo tedesco del XIV secolo, al Albert&Victoria Museum di Londra.
Sebbene alcuni si sforzino di paragonare i paramenti latini sempre a qualche paramento greco, in questo caso il manipolo non ha alcun paramento speculare in Oriente, così come le sovrammaniche greche non l'hanno in Occidente.
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FONTI
Church Vestments, their origin and development, Herbert Norris, Dover Publications, 2002
Sacred Vestments, T. H. Passmore, Sampson Company, 1899.
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