La Litania Divinae Pacis è tradizionalmente relegata alla Chiesa Ambrosiana e ai suoi rituali penitenziali per i periodi di digiuno (incluso, teoricamente, l'Avvento), recitata dopo l'Ingresso (introito). Vi è una somiglianza con un Sacramentario Gregoriano del IX secolo, posseduto dal vescovo Hildoardo di Francia, il quale prevede l'ufficio quaresimale senza Gloria in Excelsis e, al posto del Kyrie semplice, un Kyrie "tropato" con l'inserimento di questa litania, che somiglia molto alla Deprecazione di Gelasio del sacramentario omonimo e riflette l'influenza liturgica bizantina delle litanie con preci. Nella sua lettera a Giovanni di Siracusa, san Gregorio Magno (+604) scrive che nei periodi di digiuno il Kyrie deve essere appunto cantato con delle litanie. Nell'Occidente post-scisma la parola "litania" richiama alla mente più che altro le invocazioni ai santi, mentre le litanie con specifiche richieste sono chiamate deprecatorie o "preces". In realtà, nella latinità altomedievale il termine litania può comprendere l'officio di intercessione dei santi quanto litanie in stile "bizantino". Nel Sacramentario del Monastero di Fulda, X secolo, si ritrova la litania Divinae Pacis, mostrando come queste preci non fossero realmente una particolarità milanese, quanto un genere meno diffuso di cantare le litanie d'Avvento.
Offriamo qui la notazione delle litanie in originale latino, mentre dopo le immagini offriamo una traduzione in italiano per l'uso liturgico "in lingua volgare".
D. Domandando la Divina Pace e e le tue indulgenze, con tutta l'anima e tutto il cuore a Te ci rivolgiamo:
D. Diciamo tutti: Kyrie eleison.
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