La comunione per intinzione

 Presentiamo di seguito alcuni esempi di testi della Chiesa Latina che affrontano la questione della comunione sub utraque proponendo il modello dell'intizione, una via di mezzo fra la prassi delle specie separate (come fanno tuttora i copti, ad esempio) e la fusione nel calice (come fanno oggi gli ortodossi di rito greco). Fino al VI secolo circa i Latini si comunicavano "alla copta", poi lentamente passarono a questa seconda forma di comunione eucaristica, durata fino al XII secolo, quando la comunione in entrambe le specie fu annullata per i laici. 


Comunione, affresco al monastero di Tor de Specchi, Roma. 

Il Sacramentario di Ratoldo (+986), abate del famoso monastero di Corbie, dice in merito alla Comunione:

Il vescovo comunica poi i presbiteri e i diaconi, dando loro il bacio della pace e il Sacrificio secco, dopodiché comunica i suddiaconi e i serventi, senza bacio di pace. Dopodiché i presbiteri e i diaconi ricevono il Calice. 

Per "sacrificio secco" si intende il Corpo di Cristo senza essere stato mescolato al Sangue. Esattamente come si comunicano i preti e i diaconi ortodossi al giorno d'oggi. Prima il Corpo, e poi il Calice. Interessante che i suddiaconi e i serventi ricevono la comunione all'altare, poiché' sono tutti chierici. Ricordiamo che nel mondo Latino la tonsura clericale era necessaria fin dal primo grado del percorso sacerdotale, ovvero l'ostiariato. Ma si evince che i suddiaconi e i serventi hanno ricevuto la comunione "bagnata", quindi in qualche modo le due specie sono state unite. Noi possiamo ragionevolmente supporre che la pratica dell'intinzione fosse già notevolmente in uso al tempo dell'abate Ratoldo. In parole povere, il sacerdote intingeva una porzione di Corpo nel Calice e comunicava sulla bocca il comunicante, il quale riceveva cosi' entrambe le specie. In Oriente si risolse il problema utilizzando il cucchiaio liturgico. Sempre dalla Francia di fine millennio, nel X secolo, nel momento in cui la Riforma gregoriana era appena iniziata, troviamo una indicazione molto concisa e precisa dal Tipico del monastero di Cluny (Libro degli Usi): 

quotquot autem ipsum corpus sacrum dederit singulis, sanguine prius intinguit.

Ovvero: 

A tutti coloro che ricevono il Sacro Corpo, (il sacerdote) lo intinge nel sangue ogni volta. 

Nel trattato Gli Uffici Ecclesiastici scritto a Rouen nel XI secolo [1] si legge:

La prassi sia che il sacerdote si comunica al Corpo e al Sangue separatamente, e quindi comunica il popolo che riceve il Sacramento non separatamente, ma per intizione, perché vi è il pericolo che il Sangue venga sputato o accidentalmente esca dalla bocca. Questo non da autorità, ma da necessità.  

"Non da autorità" significa che nessun vescovo o concilio ha esplicitamente comandato questa prassi, ma piuttosto e' nata dalla pietà popolare per rispettare il Sacramento.

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FONTI E NOTE

1) PL 147:37

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